
NAME – Un nuovo progetto regionale di medicina narrativa per ridurre il conflitto fra sanitari e pazienti
La collaborazione tra CCW e TrendSanità rivista di SEEd Medical Publishers, prosegue con l’editoriale firmato da Mariateresa Dacquino – Dirigente Formazione, Comunicazione, Fundraising, Azienda Ospedaliera di Alessandria (AOAL), direttrice Centro Studi Cura e Comunità per le Medical Humanities, DAIRI AOAL e masterista CCW.
“Con il termine di medicina narrativa (mutuato dall’inglese “narrative medicine”) si intende una metodologia d’intervento clinico-assistenziale basata su una specifica competenza comunicativa. La narrazione è lo strumento fondamentale per acquisire, comprendere e integrare i diversi punti di vista di quanti intervengono nella malattia e nel processo di cura. Il fine è la costruzione condivisa di un percorso di cura personalizzato (storia di cura)”. Queste le parole dell’Istituto Superiore di Sanità (Consensus Conference 2014) che indicano l’ambito di attività della Medicina Narrativa.
Questi sono i presupposti alla base del progetto NAME, da Narrative Medicine, che la Società Italiana di Medicina Narrativa (SIMeN) ha avviato nella Regione Piemonte attraverso il Dipartimento Attività Integrate Ricerca e Innovazione (DAIRI), finalizzato a validare l’efficacia degli interventi formativi della Medicina Narrativa, valutarne l’impatto nella pratica clinica nell’ottica della sempre maggiore attenzione alla relazione tra operatore di cura e persona assistita, come ha evidenziato Franco Ripa, Responsabile del Settore Programmazione dei servizi sanitari e sociosanitari della Regione Piemonte.
Il percorso ha preso avvio con un focus group lo scorso 16 febbraio nella sede dell’Assessorato alla Sanità a Torino, permettendo di definire gli indicatori più adeguati e di mettere a punto una Cabina di regia composta dai referenti delle Aziende sanitarie ed è stato poi presentato a marzo. A maggio sono partite le attività di formazione in quattro diverse città della Regione Piemonte: Torino, Alessandria, Cuneo e Novara. Alla formazione di 24 ore di didattica per ciascun operatore prendono parte professionalità diverse: medici specialisti, infermieri, farmacisti ospedalieri, personale delle Direzioni generali e sanitarie. Complessivamente sono coinvolti oltre centocinquanta professioni di tutto il Piemonte.
Parallelamente ai “laboratori narrativi”, sono individuati specifici indicatori, ad esempio la rivisitazione di un percorso diagnostico terapeutico assistenziale (PDTA), l’aderenza alle terapie da parte dei pazienti e la riduzione del conflitto tra sanitari e pazienti. Ad accompagnare tutto il percorso l’Istituto di Management della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa con lo scopo di validare dal punto di vista scientifico i risultati intermedi e finali.