
Il ruolo della musica nelle case di cura. L’intervista a Paolo Paolantonio, autore della ricerca “Art for ages. Musica nella comunità”
Catterina Seia, Presidente CCW e membro dell’advisory board di IBSA Foundation for scientific research , ha intervistato Paolo Paolantonio, autore della ricerca Art for ages. Musica nella comunità, musicista e ricercatore della Divisione Ricerca e Sviluppo del Conservatorio della Svizzera italiana, Lugano.
Se gli anziani vengono visti come recipients, ovvero destinatari di programmi finalizzati a facilitare la partecipazione culturale, un numero crescente di studi evidenzia importanti benefici anche per i providers, ossia le figure impegnate nella conduzione di tali programmi. Queste pubblicazioni segnalano che anche per i musicisti sono tangibili la riduzione di ansie e paura, oltre allo sviluppo di competenze relazionali e l’aumento della motivazione.
Partendo da questi presupposti, P. Paolantonio, tra i vincitori della call 2021 del progetto Culturaesalute.ch, ha basato la sua ricerca con il programma Art for ages, coinvolgendo quattro case anziani ticinesi e nove studenti del Conservatorio della Svizzera italiana. Nel corso di dieci settimane i residenti hanno avuto la possibilità di cantare e suonare percussioni maneggevoli con gli studenti, che hanno ricevuto un training specifico.
Il progetto di dottorato di P. Paolantonio si è articolato su quattro studi condotti con approccio qualitativo. Il primo ha cercato di chiarire il ruolo che la musica ricopre nella vita quotidiana dei residenti, il secondo e terzo hanno investigato l’esperienza vissuta da residenti e studenti e gli effetti percepiti prendendo parte al programma, il quarto ha analizzato l’impatto sulla formazione offerta agli studenti.
Uno studio che si allinea con il concetto di active ageing proposto dall’OMS, che sottolinea tra l’altro l’importanza di supportare la partecipazione attiva degli anziani alla vita di comunità.
Facilitare l’accesso alla musica nella terza e quarta età incrementa la qualità della vita nei luoghi della quotidinità e in quelli della cura.
Per leggere l’articolo completo, clicca qui